La Storia di Apple 7° puntata: Steve Jobs CEO di Apple
Apple non aveva un CEO (amministratore delegato), il valore delle azioni era ai minimi storici e a Jobs venne affidato un incarico più grande di quello che aveva assunto inizialmente. Apple era in forte crisi ed era necessario prendere decisioni urgenti con le quali cercare in qualche modo di rimettere in pista la società di Cupertino.
La prima decisione di Jobs colpì il progetto Newton, che venne inesorabilmente cancellato. Durante l’Expo di Boston dell’agosto del 1997 Jobs dichiarò anche di voler rivoluzionare il consiglio di amministrazione della società, introducendo Larry Ellison (Oracle) come consigliere. Comunicò poi al mondo intero di aver concluso un patto con l’acerrima nemica Microsoft, la Società di Bill Gates. In cambio dell’acquisto di 150 milioni di azioni per una somma di denaro non meglio precisata, Microsoft avrebbe garantito il continuo sviluppo del suo pacchetto Office per Mac per gli anni a venire.
Un’altra pagina da chiudere secondo i progetti di Jobs era quella delle licenze di Mac OS. Analisi di mercato dimostravano come l’idea di concedere a terzi il sistema operativo si era dimostrata dannosa: aziende come PowerComputìng stavano erodendo i guadagni derivanti dal settore professionale, quello più redditizio per Apple. Jobs affrontò il problema con la grinta che lo contraddistingue: Apple acquistò la licenza di Power Computing, assumendo inoltre i suoi uomini migliori. Steve Jobs decise anche di mettere fuori gioco Motorola e IBM acquistando le loro licenze e consentendo a UMAX di commercializzare solo computer dedicati al mercato consumer.
A gennaio del ’98 Jobs annunciò il primo quarto in positivo di Apple, con un reddito complessivo pari a 44 milioni di Dollari. In quell’anno fecero la loro comparsa sul mercato l’iMac e i PowerBook G3, riscuotendo un successo enorme.
Le cose stavano tornando a funzionare alla grande e Jobs si crogiolava nel suo personale successo. Apple continuava a fare profitti e il valore delle azioni saliva, raggiungendo i massimi storici.
Nel 1999 venne introdotto l’iBook, con l’intenzione di conquistare anche il mercato dei computer portatili consumer. Nel corso del 2000 ci fu un parziale cambiamento di rotta, in parte causato dalIa generale tendenza negativa del mercato informatico mondiale.
Oltre a ciò Apple soffriva indubbiamente per l’insuccesso del Power Mac G4 Cube (foto in basso a destra) e per la scelta azzardata di non equipaggiare i propri modelli di Mac con un masterizzatore CD, una periferica che aveva ormai preso piede e che gli utenti richiedevano a gran voce.
La situazione tornò stabile quando, nel corso del 2001, Apple annunciò i nuovi modelli di Macintosh pensati per il mondo professionale dotati dell’innovativo Superdrive, in grado di masterizzare sia CD sia DVD-R. Ma fu anche la volta dei nuovi software, come iDVD e iTunes.
I primi anni del 2000 sono caratterizzati dal “mito dei megahertz”. Intel e AMD iniziano la corsa verso il chip da 1GHz, mentre Apple è ferma a 500MHz perchè Motorola non vuole o non può sviluppare ulteriormente il G4. Nel luglio del 2000 Steve Jobs è costretto letteralmente ad inventarsi il Power Mac G4 1GHz, ma in realtà è un computer con due chip da 500MHz. Si tratta di un vero e proprio escamotage perchè il dual processor non può essere sfruttato con Mac OS 9, servirebbe Mac OS X la cui beta pubblica verrà rilasciata nel settembre del 2000.
Ad ottobre del 2002 Steve Jobs presenta un prodotto che rivoluzionerà il modo di ascoltare la musica: l’iPod. Nell’agosto del 2003 viene commercializzato il Power Mac G5 2.0GHz dual processor, ed il Mac torna ad essere il computer più veloce del mondo.
Il 1º agosto 2004 Apple con una e-mail avvisa i dipendenti che Steve Jobs è stato operato per rimuovere un tumore al pancreas. La convalescenza impedisce al numero uno di Cupertino di presentare l’iMac G5 all’Apple Expo di Parigi.
6 giugno 2005: Apple passa ad Intel
Il Worldwide Developers Conference (WWDC) di San Francisco del 6 giugno 2005 passerà alla storia per l’annuncio della terza transizione di Apple: l’adozione dei processori Intel. In una segretissima alla del Campus di Cupertino, rivela Steve Jobs, un ristrettissimo numero d ingegneri ha lavorato per anni ad una versione di Mac OS X compatibile con l’architettura dei chip CISC (come quelli prodotti da Intel). L’abbandono dei processori PowerPC è una scelta obbligata. IBM non mantiene le promesse: il G5 3.0GHz tarda ad arrivare e non c’è modo di metter il G5 nei portatili di Cupertino.
Il resto è storia
Quello che è successo in epoca recente è a conoscenza di tutti. All’iinizio del 2009, Steve Jobs tramite una e-mail inviata ai dipendenti fa sapere che sarà in congedo fino a giugno per far fronte a problemi di salute. Tim Cook, Chief Operating Officer, svolgerà giorno per giorno le mansioni di Jobs che comunque parteciperà alle “grandi decisioni strategiche” per tutta la sua assenza. Al Nasdaq di New York le azioni Apple (AAPL) chiudono a $85,33 (-2,71%) e nell’after hours vengono sospese dalla contrattazione dopo aver registrato un -7,8%.
A giugno dello stesso anno, con l’autorizzazione di Steve Jobs, il Methodist University Hospital Transplant di Memphis dirama un comunicato stampa in cui spiega che il numero uno di Apple ha subito un trapianto di fegato nei mesi precedenti.
Alla fine di giugno Steve Jobs viene visto passeggiare nel campus di Cupertino, è la prima volta dalla drammatica e-mail di gennaio. Pian piano, Jobs torna a lavorare come CEO di Apple e il 27 gennaio 2010 torna a presentare uno Special Event (il nuovo software iPhone OS).
Apple naviga alla grande, grazie al proprio spirito innovativo. Prodotti come l’iPod, i Mac Intel, il nuovo iTunes Store, le suite di software iLife e iWork, lo straordinario iPhone e iPad hanno consentito alla società di Cupertino di guadagnare una notorietà impensabile fino a poco tempo prima, anche al di fuori dell’ambito strettamente informatico.
Steve Jobs resta saldamente al comando di Apple e, mai come ora, la società viene identificata direttamente con la sua persona. Non sembra potervi più essere una Apple senza Jobs e, allo stesso tempo, nessuno osa pensare a Jobs senza Apple.
Già pubblicati:
– La Storia di Apple 1° puntata: dalle origini all’Apple II
– La Storia di Apple 2° puntata: dall’Apple III a Lisa
– La Storia di Apple 3° puntata: dal primo Mac all’arrivo di Windows
– La Storia di Apple 4° puntata: Steve Jobs lascia Apple
– La Storia di Apple 5° puntata: l’arrivo dei portatili, i cloni e il PowerPC
– La Storia di Apple 6° puntata: il periodo Amelio ed il ritorno di Jobs
5 Commento
Ciao, scusami ho riscontrato un’altro piccolo problemino in questa 4° puntata, sempre nella modalità reader di safari 5, in quanto non viene visualizzata la parte finale, ovvero da: “Con tutto il potere nelle sue mani… sino alla fine” in sostanza manca di una parte, grazie per la disponibilità.
Nella quarta puntata, la modalità Reader di Safari legge parte della puntata successiva (c’è il link alla fine che porta alla puntata successiva, non capisco perchè).
Ciao Stefano!
Complimenti per l’intero lavoro, ne prenderò spunto per la tesi che sto scrivendo che mette a confronto apple e samsung.
Vorrei sapere quali fonti hai utilizzato perchè, pur citando il tuo sito web, non credo possa essere considerato una fonte ufficialmente riconosciuta.
ti ringrazio!
Prima di tutto, in bocca al lupo per la laurea.
Gran parte della storia di Apple l’ho vissuta in prima persona raccontandola giorno per giorno con questo blog. Non ho una fonte da darti, alcune cose le ho apprese leggendo articoli di giornali americani.
Non so se può esserti d’aiuto, ma Spider-Mac è anche una comunità di utenti Mac ufficialmente riconosciuta da Apple (l’unica italiana) ed io sono Ambasciatore della Apple in Italia.
Ancora congratulazioni per la tua laurea 😉
Crepi!
Ti ringrazio per la risposta!
Di sicuro tra le fonti citerò te e la community.
Hai per caso informazioni riguardanti il sistema produttivo degli iphone?
Cioè dove “comprano” i componenti fino ad arrivare all’apple store?
Grazie e complimenti per tutto il tuo lavoro!