Accadde oggi: L’inizio del fallimento di Mac OS Copland
26 aprile 1996 David C. Nagel, responsabile del progetto Mac OS Copland, lascia Apple, decretando così l’inizio del fallimento del nuovo sistema operativo che nelle intenzioni della dirigenza di Cupertino doveva ristabilire la supremazia software del Mac.
Fino ad allora, il vero punto di forza del Macintosh era stato il sistema operativo considerato di gran lunga superiore rispetto a qualsiasi altro, al punto che nonostante il System 7 fosse stato rilasciato all’inizio del 1991, e non avesse un multitasking preemptive come Windows ’95, tutti erano concordi nel ritenerlo migliore rispetto a quello realizzato da Microsoft.
Tuttavia, la differenza non era così schiacciante come prima, quindi fu varato il progetto Copland (in onore dal compositore Aaron Copland) che prevedeva funzionalità veramente innovative come una opzione di ricerca “live” nella toolbar – l’antesignano di Spotlight di Mac OS 10.4 Tiger – una GUI denominata Platinum che offriva la possibilità di personalizzare il tema, si poteva perfino scegliere tra una modalità Dark e una Light, la GUI era in 3D con colori e ombre, c’era anche una sorta di Dock e la possibilità di minimizzare le finestre trascinandole verso il basso dello schermo che si trasformavano in schede (tab).
In più, dal momento che Copland era stato concepito per girare nativamente sui PowerPC, fu previsto un emulatore (come Rosetta per la transizione Intel) che permetteva di utilizzare tutte le applicazioni sviluppate per il precedente sistema operativo.
Nonostante nel 1995 fosse stata rilasciata la prima beta di Copland ad un gruppo di 50 sviluppatori selezionati, e nel 1996 lavoravano al progetto ben 500 ingegneri software che potevano contare su uno stanziamento di $250 milioni, il progetto fu cancellato all’indomani dei disastrosi risultati finanziari del marzo del 1996 che fecero registrare una perdita di $700 milioni.
Abbandonata l’idea di sviluppare il sistema operativo internamente, Apple varò una nuova strategia: decise di comprare un sistema operativo già esistente e di adattarlo, e la scelta ricadde su NeXT di Steve Jobs.
5 Commento
Credo che “preemptive multitasking” si traduca più correttamente in multitasking con prelazione (o prelazionale). Molto interessanti e piacevoli da leggere questa serie di articoli storici.
Grazie ho corretto 👍
Mi ricordo quando si faceva un gran parlare di questo Copland su Applicando (la rivista cartacea).
Mi accodo al commento di Gaetano, simpatico questo almanacco Apple.
Fa pensare che gira gira Apple Inc. ha sempre avuto bisogno di Steve Jobs .
Come di un figlio di un genitore