Unswitchables: da iPhone X a Google Pixel 3, la prima settimana
Google ha lanciato una campagna pubblicitaria chiamata Unswitchables sostenendo che dopo aver provato per tre settimane il nuovo Pixel 3, anche un “fedelissimo” utente Apple non sarebbe ritornato all’iPhone. Così ho deciso di raccogliere la sfida.
Pronti, partenza e via, ho preso il Pixel 3 da €999 nero, in realtà avrei preferito quello di colore bianco, ma il tasto di accensione verde l’ho giudicato un pugno nell’occhio, stesso discorso per quello rosa con il tasto di accensione arancione.
Un piccola riflessione sul prezzo: €1.000 non sono pochi, con meno si prende un iPhone XR e con poco di più un iPhone XS, e da sempre gli iPhone sono considerati la Ferrari degli smartphone, tra l’altro con una assistenza di prim’ordine.
Google non è certo famosa per l’hardware. Dopo essersi affidata a produttori terzi per realizzare i suoi smartphone, recentemente ha rilevato una parte della divisone mobile di HTC in modo da poter dire che i Pixel sono interamente “Made by Google”, tuttavia anche così non è certo un incentivo per preferire un Pixel ad un iPhone.
È lento
Dopo la prima settimana d’utilizzo, clamorosamente le mie riserve sul Pixel 3 non riguardano Android, che da sempre viene considerato meno sicuro e non sempre fluido, ma l’hardware: 4GB di RAM si sono dimostrati assolutamente insufficienti.
Il telefono è lento, il multi-tasking non è fluido, ed è successo più volte che una o due applicazioni si chiudessero inaspettatamente perché la memoria per gestirle era scarsa. Una cosa del genere mi era capitata con l’iPhone 3GS, che dopo una quindicina di minuti di telefonata, si riavviava, ma era un difetto di memoria di alcuni modelli e fu sostituito in garanzia.
Ironicamente, proprio nel mondo Android, 4 GB di RAM su un telefono di questa fascia vengono considerati assolutamente inadeguati, soprattuto dopo l’annuncio dei primi smartphone con 10GB di RAM.
Ho sempre pensato che le specifiche hardware degli smartphone Android, degne quasi di un computer desktop, fossero una conseguenza della poca ottimizzazione tra Android, le varie personalizzazioni software dei produttori e l’hardware, ma il Pixel 3 utilizza una versione “pura” del sistema operativo del lato oscuro, quindi credo sia un problema software di gestione della memoria, e evidentemente gli ingeneri di Google non sono all’altezza di quelli Apple che con lo stesso quantitativo di RAM fanno girare iOS 12 sull’iPhone XS come un orologio svizzero.
Altoparlante
Il secondo appunto che mi sento di muovere non riguarda ancora Android, ma l’altoparlante. Non c’è bisogno di essere un audiofilo per dire che il diffusore inferiore “ronza” con il volume al massimo dopo aggiornamento rilasciato all’inizio di dicembre.
L’audio non di eccelsa qualità degli altoparlanti non sono una novità per i Pixel, ma per il nuovo si può parlare senza mezzi termini di grave difetto. La situazione a riguardo è tutt’altro che chiara. Stando ad alcuni tra i più importanti blog Android, si tratterebbe di un problema hardware che Google sta cercando di risolvere con degli aggiornamenti software, e se è così, non sta funzionando.
Sensore impronta digitale
Quando è stato lanciato l’iPhone X l’anno scorso, si acceso un animato dibattito se fosse migliore il Face ID o il Touch ID per sbloccare il telefono. Onestamente, devo dire che nessuno dei due sistemi è in grado di prevalere sull’altro, il riconoscimento facciale è molto comodo in molte situazioni, ad esempio quando si indossano i guanti, mentre lo sblocco con l’impronta è più pratico in altri.
Alla luce di questa considerazione, credevo che mi sarei trovato a mio agio con lo sblocco del “Touch ID” del Pixel 3. Invece, è stato un disastro perchè il sensore è posto sul retro. E chi sostiene che dopo un po’ si riesce a poggiare il polpastrello sull’incavo ricavato sul retro senza girare il telefono, mente sapendo di mentire. Alla fine sto usando lo sblocco con codice, è più pratico, ma è come essere tornati al 2013 con l’iPhone 5 senza Touch ID.
In realtà, nei piani di Google c’era di dotare il Pixel 3 con un sistema di riconoscimento facciale, anche se non raffinato come quello di Apple, ma è stato rimosso all’ultimo probabilmente perché non ha superato i test di sicurezza.
Autonomia
All’inizio del test avevo paura che mi sarei trovato a combattere con la durata della batteria, ma i miei timori si sono rilevati infondati, riesco a fare 18 ore con una singola carica, e ho apprezzato in un paio di situazioni la modalità di ricarica super-veloce che fornisce un bel po’ in più di autonomia in pochi minuti. Questa è una funzionalità che mi piacerebbe vedere su un iPhone, un giorno.
Conclusioni dopo la prima settimana
Ho intenzione di continuare a utilizzare il Pixel 3 per altre due settimane, anche se per il momento non sono rimasto molto colpito dallo smartphone top di gamma di Google. L’appuntamento è per giovedì prossimo, 26 dicembre, il giorno di Santo Stefano.
7 Commento
c’è una aspetto che rende OGNI smartphone top di gamma android “inutile”, Android stesso.
Se da una parte se uno che compra un ipad pro o un iphone Xs avrà sicuramente un’esperienza software differente rispetto ad un ipad precedente “classico” o un iphone precedente “classico” , sia nella UI che nelle capacità e caratteristiche delle funzioni.
Android invece è uguale su tutti, prendi un galaxy tab, un pixel 3, uno xiaomi, al massimo cambia qualche launcher per il resto android è android e roba tutta uguale, ne compri uno decente e li hai provati tutti, un top di gamma non porta nulla in più all’esperienza utente se non la qualità hardware che però è un’altra cosa.
Ciao MelaVerde. Sono completamente d’ accordo con quello che hai scritto. ??
Francamente mi aspettavo che Android su un telefono Google fosse meglio ottimizzato, e probabilmente potrebbe esserlo se avessero degli ingegneri software capaci.
Tutto mi sarei aspettato ma non che fosse lento.. sono sempre più convinto che se un giorno tornerò ad Android sarà solo e soltanto per OnePlus, l’unico che merita secondo me hardware/software e prezzo eccellente!
Ho un iPhone dalla versione 3G, l’altro giorno per motivi sperimentali in azienda gli ho affiancato il primo android della mia vita (Xiaomi M2 con android one aggiornato alla versione sw 9) di per se non è male , le cose le fa…, ma è un sostanziale caos, dopo ore di smanettamento non sono ancora riuscito a “governarlo” , sicuramente non è il sistema che un bambino è capace di apprendere in poco minuti ..
Alla fine ci saranno gli altri episodi?
Si, domani 21 gennaio la seconda puntata.