Apple: calo iPhone causato anche dal programma sostituzione batteria a €29
Apple ha appena annunciato che si aspetta una perdita di $9 miliardi di fatturato rispetto a quanto preventivato a causa della debolezza della domanda degli iPhone. Sulla vicenda è intervenuto direttamente Tim Cook per spiegare che questa flessione è in parte causata da un maggior numero di persone che hanno sostituito nel corso dell’anno la batteria del proprio vecchio iPhone, approfittando del programma lanciato a gennaio 2018 che ha abbassato drasticamente il costo da €89 ad appena €29.
L’anno scorso, Cupertino ha ammesso di aver introdotto una funzionalità che riduce la velocità del processore sugli iPhone più vecchi per compensare il deterioramento della batteria, che poteva causare lo spegnimento improvviso del telefono in seguito ad un picco di richiesta energetico del processore. Apple ha ammesso di aver sbagliato perchè non ha sufficientemente spiegato il funzionamento di questa nuova funzionalità, e per scusarsi ha lanciato un programma di sostituzione della batteria per gli iPhone 6 e successivi a €29.
Il clamore attorno a questa vicenda, e le spiegazioni successive di Apple, hanno reso consapevoli gli utenti iPhone che basta sostituire la batteria per avere un telefono al massimo delle prestazioni, e così più persone nel 2018 hanno finito per cambiare la batteria invece di acquistare l’ultimo modello di iPhone.
A settembre, nel confermare il 31 dicembre con l’ultimo giorno utile per avvalersi del prezzo a €29, Apple ha contemporaneamente annunciato che dal 1° gennaio di quest’anno il costo della sostituzione della batteria per gli iPhone 6 e successivi è di €49 invece di €89.
7 Commento
questo può essere vero solo in parte. Credo che questa scelta abbia riabilitato Apple agli occhi degli utenti più affezionati mentre non ha influito moltissimo sull’upgrade. Non credo che in caso di obsoloscenza del proprio iphone tutti sono disposti a spendere cifre colossali per rimanere nel sistema Apple. Anzi molti probabilmente sono rimasti grazie alla possibilità di avere un iphone ancora ben funzionante.
certo, ormai c’è la saturazione del mercato e migliorare di anno in anno un cellulare è diventato ridicolo. e apple soffre molto adesso della sua chiusura e rigidità. altre case fanno uscire prodotti che costano la metà con funzionalità più spinte e ‘aperte’. questo è un fatto. e io, che non ho mai avuto altro che iphone, lo noto molto in giro: molta gente che prima era fedelissima apple, ora piano piano non lo è più. è una crisi generale tecnologica (saturazione e impossibilità o inutilità di miglioramenti) ma io ci vedo un inizio di crisi identitaria di apple. una vera crisi, dunque.
Saturazione del mercato, iOS 12 che ha mantenuto in vita modelli vecchi come l’upgrade della batteria ad un prezzo ragionevole. Personalmente, da vecchio informatico, vedo un abbassamento della qualità degli utilizzatori di smartphone, mi riferisco alla “massa”, mentre da un lato c’è una, purtroppo, ristretta cerchia di persone che veramente sfruttano appieno la tecnologia proposta da Apple ma non sono sufficienti a mantenere il mercato.
Batteria, OS, saturazione del mercato… Tutte concause valide, ma a nessuno viene in mente che all’inizio del 2016 con 850 Euro si prendeva un iPhone 6s con 64gb di spazio (secondo taglio di memoria e superato in gamma prodotti solo dal 6s Plus) e oggi, inizio 2019, per prendere un Xs, il modello che ricopre la stessa posizione commerciale dato che sopra c’è solo il Xs Plus (e considerando che 64gb oggi sono il taglio minimo) ci vogliono 1.189 Euro?
Un aumento del prezzo di quasi il 50% per il modello “quasi-ammiraglio” nel giro di 3 anni… In Apple devono cambiare lo stratega commerciale, altrimenti tra poco si tornerà al livello degli anni ’90: prodotti spaziali, prezzi folli e azienda in declino per errori di gestione, solo che questa volta non ci potrà essere Jobs a salvarla.
E infatti arriverà un’altro giovane Visionario…un certo ELON MUSK ?
Probabilmente la mucca ha finito il latte…..
<> mi sa tanto di ammissione della strategia della famigerata “obsolescenza programmata”