Apple risponde a Spotify: “Vogliono tutti i benefici di una app gratis senza essere gratuiti”
Apple ha risposto alla denuncia presentata da Spotify all’antitrust della Comunità Europea per via della “tassa” del 30% che deve pagare per gli abbonamenti sottoscritti dagli utenti dall’app per iOS.
In un comunicato appassionato, Apple ricorda quanti posti di lavoro sono stati creati grazie l’App Store, che sono stati distribuiti “oltre 120 miliardi di dollari agli sviluppatori.”, e critica anche Spotify per voler sfruttare la visibilità che offre l’App Store, senza però voler dare nulla in cambio:
“Dopo aver utilizzato l’App Store per anni per far crescere il loro business in modo drammatico, Spotify cerca di mantenere tutti i vantaggi dell’ecosistema App Store – compreso il notevole profitto che traggono da parte dei clienti dell’App Store – senza apportare contributi per questo mercato. Allo stesso tempo, distribuiscono la musica che ami apportando contributi sempre più piccoli agli artisti, ai musicisti e ai cantautori che la creano, arrivando persino a portare questi autori in tribunale.”
La retorica fuorviante
Apple poi prende di mira quella che chiama “retorica fuorviante di Spotify” facendo notare che l’84% delle applicazioni in App Store non pagano nulla ad Apple, mentre Spotify si è lamentata per il 30% che Apple prende, dimenticando però di dire che questa “tassa” scende al 15% dal secondo anno in poi per tutte le sottoscrizioni in-app. Spotify a quanto pare non vuole pagare ad Apple per gli abbonamenti sottoscritti tramite l’App Store.
“Cerchiamo di essere chiari su cosa significa. Apple collega Spotify ai nostri utenti. Forniamo la piattaforma con cui gli utenti scaricano e aggiornano la loro app. Condividiamo strumenti di sviluppo software critici per supportare la creazione di app di Spotify. E abbiamo creato un sistema di pagamento sicuro, non una piccola impresa, che consente agli utenti di avere fiducia nelle transazioni in-app. Spotify sta chiedendo di mantenere tutti questi vantaggi pur mantenendo il 100% delle entrate.”
Apple manda un chiaro messaggio a Spotify: non sarebbe dove è oggi senza l’App Store:
“Stanno sfruttando la loro posizione per evitare di contribuire a mantenere questo ecosistema per la prossima generazione di imprenditori app. Pensiamo che sia sbagliato”
Infine, al termine del suo comunicato, Cupertino ricorda:
“Proprio questa settimana, Spotify ha citato i creatori di musica dopo che una decisione del Copyright Royalty Board degli Stati Uniti ha richiesto a Spotify di aumentare i pagamenti delle royalty. Questo non è solo sbagliato, rappresenta un passo indietro reale, significativo e dannoso per l’industria musicale”.
Alla luce di quanto esposto, sostenere che Apple sta combattendo una buona battaglia contro il “lato oscuro” della musica in streaming, il colosso Spotify Corporation, sarebbe un po’ semplicistico. Tuttavia, le parole di Cupertino evidenziano il ruolo importante che svolge la piattaforma App Store e che cosa questo significa.
Con Apple interessata sempre più ai servizi in streaming, non devono certo sorprendere iniziative come quella di Spotify, ma questa vicenda non deve essere vista semplicemente come una battaglia tra due giganti della musica in streaming, perchè questo “battibecco” potenzialmente ha ramificazioni più grandi. Proprio ieri, l’antitrust della Commissione Europea ha detto che stava valutando se la denuncia di Spotify può giustificare un’indagine ufficiale.
4 Commento
Dal mio punto di vista tutto quanto ribatte mamma Apple è corretto, anzi correttissimo, anzi sarebbe correttissimo …. se lei stessa non proponesse da un paio d’anni un servizio concorrente allo stesso prezzo di quanto già proponevano Spotify, Deezer e company.
Certo lei stessa poi non avendo il balzello, peraltro anche legittimo, può poi permettersi di pagare più gli autori e farsi bella verso autori e opinione pubblica… e anche con l’abbonamento annuale Apple ti fa pagare 10 mesi su 12, e farsi più bella e appetibile agli utenti, senza parlare che essendo app nativa è sicuramente più integrata.
Liberi di non vedere in questo un palese conflitto.
Però, è possibile abbonarsi a Spotify Premium dal sito Web, e poi scaricare l’app per iPhone o Mac e comunque usufruire di tutti i vantaggi Premium.
Se Spotify vuole avvantaggiarsi della visibilità che porta l’App Store, deve dare il suo contributo.
Ancora? ma cosa c’entra? OGNI app e servizio first party (come l’hardware, Samsung che si fa le memorie “in casa” non paga un prezzo alto come Apple o altre aziende che si fa produrre le memorie a Samsung, denunciamo?) non ha un costo oltre quello di creazione e gestione. Quando vai in palestra paghi una quota giusto? Il proprietario può usare gli attrezzi quando cavolo gli pare perchè non deve rendere conto a nessuno.
Sai che Google non paga nulla per i suoi servizi e app, eppure i marchi sono obbligati a preinstallare prodotti Google, questo è monopolio e cattiva concorrenza, ovvero mettere mano in prodotti altrui ficcando servizi e app di proprietà, Apple invece ha i suoi prodotti, il suo sistema operativo il suo store, se tu terzo vuoi usufruire di quello spazio devi pagare, solo Apple stessa non paga perché altrimenti dovrebbero pagarsi da soli.
Spotify, nota a tutti per essere la prima a non voler pagare nemmeno gli artisti su cui speculano, vuole il privilegio di non pagare nemmeno un centesimo per usare servizi di Apple, ma quando mai si è vista questa cosa? Che sfacciati…
Apple potrebbe chiedere anche il 90% (cavoli suoi perché perderebbero tutti i clienti sullo store) perché le sue scelte incidono solo sul marchio Apple e su un marketshare talmente basso che non crea un monopolio di cartello.
Ma per capirci meglio: ammettiamo io sia proprietario di uno stabile, che ne so un hotel. Se tu vuoi dormire nel mio hotel, usare i miei servizi ed usare il mio wifi per lavorare sul tuo portatile, devi pagare, io che sono il proprietario dovrei pagare me stesso quindi per me in realtà è gratis, tu paghi 5-10€ in più oltre la stanza per usare il servizio wifi o di cambio di asciugamani, io proprietario no, non avrebbe senso.
il conflitto di interessi è sempre quando ci si pone in un campo neutro o comunque estraneo, come fa Google imponendo i suoi servizi preinstallati su tutti i marchi Android ( e anche lì, sono accordi, ai vari marchi di smartphone queste condizioni vanno bene e finisce lì), mentre Apple può fare quello che gli pare, anche affondarsi da sola chiedendo percentuali immense o mettere gratis il proprio servizio di musica, però finirebbe solo per essere scartata dagli sviluppatori e fallirebbe con percentuali troppo alte richieste.
E’ Spotify a volere dei privilegi che nessun altro sviluppatore terzo possiede nella piattaforma Apple, Apple offre qualcosa per dare visibilità, bacino d’utenza e supporto, ti sta bene? bene. Non ti sta bene? c’è android, o trovati un altro canale, non è obbligatorio vendere tramite l’app store, però a quanto pare è comodo per gli affari, ma guarda botte piena e moglie ubriaca…
Ancora? ma cosa c’entra? OGNI app e servizio first party (come l’hardware, Samsung che si fa le memorie “in casa” non paga un prezzo alto come Apple o altre aziende che si fa produrre le memorie a Samsung, denunciamo?) non ha un costo oltre quello di creazione e gestione. Quando vai in palestra paghi una quota giusto? Il proprietario può usare gli attrezzi quando cavolo gli pare perchè non deve rendere conto a nessuno.
Sai che Google non paga nulla per i suoi servizi e app, eppure i marchi sono obbligati a preinstallare prodotti Google, questo è monopolio e cattiva concorrenza, ovvero mettere mano in prodotti altrui ficcando servizi e app di proprietà, Apple invece ha i suoi prodotti, il suo sistema operativo il suo store, se tu terzo vuoi usufruire di quello spazio devi pagare, solo Apple stessa non paga perché altrimenti dovrebbero pagarsi da soli.
Spotify, nota a tutti per essere la prima a non voler pagare nemmeno gli artisti su cui speculano, vuole il privilegio di non pagare nemmeno un centesimo per usare servizi di Apple, ma quando mai si è vista questa cosa? Che sfacciati…
Apple potrebbe chiedere anche il 90% (cavoli suoi perché perderebbero tutti i clienti sullo store) perché le sue scelte incidono solo sul marchio Apple e su un marketshare talmente basso che non crea un monopolio di cartello.
Ma per capirci meglio: ammettiamo io sia proprietario di uno stabile, che ne so un hotel. Se tu vuoi dormire nel mio hotel, usare i miei servizi ed usare il mio wifi per lavorare sul tuo portatile, devi pagare, io che sono il proprietario dovrei pagare me stesso quindi per me in realtà è gratis, tu paghi 5-10€ in più oltre la stanza per usare il servizio wifi o di cambio di asciugamani, io proprietario no, non avrebbe senso.
il conflitto di interessi è sempre quando ci si pone in un campo neutro o comunque estraneo, come fa Google imponendo i suoi servizi preinstallati su tutti i marchi Android ( e anche lì, sono accordi, ai vari marchi di smartphone queste condizioni vanno bene e finisce lì), mentre Apple può fare quello che gli pare, anche affondarsi da sola chiedendo percentuali immense o mettere gratis il proprio servizio di musica, però finirebbe solo per essere scartata dagli sviluppatori e fallirebbe con percentuali troppo alte richieste.
E’ Spotify a volere dei privilegi che nessun altro sviluppatore terzo possiede nella piattaforma Apple, Apple offre qualcosa per dare visibilità, bacino d’utenza e supporto, ti sta bene? bene. Non ti sta bene? c’è android, o trovati un altro canale, non è obbligatorio vendere tramite l’app store, però a quanto pare è comodo per gli affari, ma guarda botte piena e moglie ubriaca……