Recensione Mac mini 2018 quad-core e Mac mini sei-core più confronto Mac mini Fusion Drive 2014
Quando Steve Jobs ha presentato il Mac mini nel 2005 dal costo di circa €500, l’obiettivo dichiarato erano gli “switcher”, gli utenti del lato oscuro che stanchi di Windows volevano passare al Mac, senza però dover spendere quasi €1.500 per un iMac dell’epoca.
L’idea dietro il Mac mini era geniale, offrire un computer Apple senza monitor, tastiera e mouse agli utenti del mondo Windows dove gli assemblati andavano per la maggiore rispetto agli all’one-in-one, e che quindi avevano già tutte queste periferiche.
Tuttavia, in questi 13 anni il mondo dei computer è notevolmente cambiato, i portatili sono sicuramente i più diffusi rispetto ai desktop, e dal 2010 ha fatto il suo debutto l’iPad, un nuovo dispositivo che con circa €500 era ed è in grado di soddisfare le esigenze base di un utente che deve scrivere testi, navigare su internet, condividere sui social, gestire foto e video, prendendo così il posto del Mac mini.
Sulla base di queste considerazioni, nel 2018 non aveva molto senso continuare a presentare un Mac desktop a basso costo per gli switcher, e così Apple ha completamente riprogettato il Mac mini che di conseguenza ha cambiato la sua destinazione d’uso, anzi, adesso ne ha più d’una perchè è in grado di soddisfare le esigenze di una serie di nicchie di mercato, e nella sua configurazione base va bene anche per gli utenti Windows che desiderano passare al Mac comprando un modello desktop. Chiamatelo coltellino svizzero, tabbabuchi o factotum, questo è il nuovo Mac mini 2018.
Design
Quando Apple ha mostrato il nuovo Mac mini nel corso del Special Event di ottobre, sono rimasto sorpreso nel vedere che è rimasto esteticamente identico al suo predecessore, solo il colore è differente, grigio siderale invece che argento. Aspettarsi una ulteriore miniaturizzazione era lecito, del resto nel tormentato lato oscuro dell’informatica esistono cloni del Mac mini ancora più piccoli.
Ma, c’è un motivo non legato ai costi di progettazione che ha spinto Apple ad utilizzare il vecchio case del mini, non proponendo più neppure il Fusion Drive costituito da una unità flash e da un hard disk meccanico, neppure come opzione in fase d’ordine, offrendo solo l’SSD come disco d’avvio: serviva tutto lo spazio possibile per la gigantesca, ma silenziosissima ventola del nuovo sistema di raffreddamento (foto di iFixIT).
Infatti, per un computer in grado di assolvere a vari compiti, Apple aveva bisogno di un sistema di raffreddamento adeguato, e così il Mac mini può essere utilizzato anche come server, perfino impilato.
Processori classe desktop
Il precedente aggiornamento del 2014 aveva lasciato l’amaro in bocca a non pochi utenti. Il modello a quattro core non era più disponibile, e le due configurazioni proposte erano entrambe con processori dual-core.
Apple non ha commesso lo stesso errore e i Mac mini 2018 hanno in dotazione almeno un processore quad-core di classe desktop, i chip Intel di ottava generazione “Coffee Lake”. Il modello entry-level è alimentato da una processore Core i3 quad-core con velocità di clock a 3.6GHz, mentre il top di gamma ha un Core i5 6-core a 3.0 GHz, ed in fase d’ordine è possibile optare per un processore Core i7 6-core a 3.2Ghz.
RAM aggiornabile dall’utente
Il nuovo Mac mini può avere fino ad un massimo di 64 GB di memoria, molto di più rispetto al precedente limite di 16GB, e utilizza moduli SO-DIMM standard, quindi possono essere sostituiti in un secondo momento se ci si accorge di aver bisogno di più RAM.
Cupertino raccomanda di effettuare l’aggiornamento in un Apple Store o in un centro di riparazioni autorizzato, perché a differenza dei vecchi modelli, la RAM non si trova più sotto la base rimovibile del computer, occupato adesso dal sistema di raffreddamento. Per scoraggiare l’accesso da parte dell’utente alle parti interne del Mac mini, la vecchia base (che aveva piccoli incavi in modo che si poteva spingere con le dita e ruotarlo per rimuoverlo) è stata sostituita con una che è perfettamente piatta.
Tuttavia, il famosissimo sito americano iFixIT ha pubblicato un tutorial fotografico in 11 punti per sostituire proprio la RAM del nuovo computer Mac mini Late 2018 Memory Replacement che richiede solo 10 minuti ed il livello di difficoltà è stato classificato con “facile”.
Il primo passo, però, è acquistare gli strumenti necessari allo smontaggio, infatti Apple ha utilizzato alcune viti Torx non comuni. In ogni caso si tratta di utensili facilmente reperibili in una buona ferramenta oppure si possono acquistare direttamente sul negozio online europeo di iFixit. Questo l’elenco completo che in tutto costa €30,75 a cui bisogna aggiungere €8,90 di spese di spedizione con DHL:
- TR6 Torx Screwdriver €6,95
- iFixit Opening Tools €1,96
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Spudger €2,95
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T9 Torx Screwdriver €6,95
Per quanto riguarda la RAM, il Mac mini utilizza moduli SO-DIMM DDR4 a 2666MHz, e la configurazione base prevede 2 banchi da 4GB ognuno per un totale di 8GB. Come di consueto, effettuare l’upgrade in fase d’ordine su Apple Store è più caro rispetto a comprare la RAM di Crucial, ad esempio.
Però, come si può notare, il risparmio per il kit a 16GB viene quasi dimezzato dal costo degli utensili da comprare, e considerato il rischio di danneggiare il computer, per soli €40 di risparmio conviene acquistare la RAM di Apple. Inoltre, al momento non esiste il kit 64GB (32GB X 2), e quindi l’unico upgrade economicamente conveniente è quello di 32GB di RAM, che permette di risparmiare oltre €400 (meno i €40 per gli utensili).
Crucial SO-DIMM DDR4 a 2666MHz 16GB Kit (8GB x 2) €152,49, spese incluse con Amazon Prime.
Crucial SO-DIMM DDR4 a 2666MHz 32GB Kit (16GB x 2) €307,43, spese incluse con Amazon Prime.
Upgrade SSD economico esterno
In quello che sta diventando lo standard per tutti i moderni modelli di Mac, il Mac mini ha un processore T2 progettato da Apple che innalza il livello di sicurezza e funge da controller del disco. Come anticipato, archiviazione flash è l’unica opzione per questa generazione di mini, con il modello più economico che ha 128GB e il top di gamma 256GB. In fase d’ordine si può optare per 256GB (+€240), 512GB (+€480), 1TB (+€960) e 2TB (+€1.920).
L’upgrade non è certo economico, quasi conviene acquistare l’iMac 21” con Fusion Drive da 1TB, che per un utilizzo consumer ha poco da invidiare in quanto a prestazioni rispetto ad un Mac con SSD puro.
Fortunatamente, il Mac mini ha quattro porte Thunderbolt 3/USB-C, quindi è possibile usare un SSD esterno come disco di avvio. L’importante è acquistare un box USB-C 2a generazione, e al momento il migliore per rapporto tra qualità e prezzo è Il Satechi Aluminum Type-C Hdd/SSD Enclosure €35 (c’è anche grigio siderale). Per quanto riguarda l’SSD da metterci dentro, c’è solo l’imbarazzo della scelta, il Crucial MX500 da 1TB costa €106, ad esempio. Quindi con poco €141 si ha un disco d’avvio flash da un 1TB contro i €960 richiesti da Apple.
Per quanto riguarda le prestazioni, nessun SSD esterno è in grado di eguagliare quella dell’unità PCIe di Apple, tuttavia dai test effettuati – che trovate più sotto nella paragrafo Benchmark – è emerso che con l’SSD esterno si perde qualcosa nell’accesso ai dati (copia, importazione e esportazione), ma nulla in potenza di calcolo dove la differenza la fanno processore e RAM.
Tuttavia, quando si utilizza un disco di avvio esterno bisogna rinunciare al livello di sicurezza del T2, e come spiega un avviso che appare al momento di selezionare il disco esterno dalle Preferenze di Sistema/Disco d’avvio, bisogna riavviare della partizione di recupero, e dal pannello di “Utility Sicurezza Avvio” scegliere Sicurezza media o nessuna sicurezza, e consentire l’avvio esterno (ultima opzione).
Chip T2 Security
Il chip T2 Security di Apple è l’elemento che pone un divario incolmabile tra un Mac e un un computer del lato oscuro dell’informatica.
Negli anni 2000, più parti hanno tentato di coordinarsi per rendere i computer “trusted”, cioè in grado di rilevare e bloccare certi tipi di manomissione, e a questo scopo è nato il Trusted Platform Module (TPM), un progetto che elenca le specifiche per la costruzione di un microchip deputato alla sicurezza informatica, e compatibile con qualsiasi piattaforma o sistema operativo. Tuttavia, il Chip Fritz (dal nome del senatore americano sostenitore di questo progetto) o TPM non ha mai avuto una vera e propria diffusione mondiale. Ad esempio, nel 2006 quando Apple è passata ai processori Intel, inserì il TPM in alcune, ma non tutte, le schede madri Mac, per poi eliminarlo completamente nel 2009. Al momento, nel mondo PC-Windows solo alcuni portatili aziendali sono dotati di Chip Fritz, mentre il resto della comunità del lato oscuro è fortemente diffidente perché potrebbe essere utilizzato per imporre vari tipi di DRM.
Il T2 ha una serie di somiglianze con il TPM. Per iniziare, include un coprocessore Secure Enclave per le funzioni di avvio protetto e archiviazione criptata per impedire la manomissione del firmware e del sistema operativo. Ma il T2 va oltre. Infatti riunisce diversi controller in uno, incluso quello dell’SSD, e cifra e decifra in modo trasparente tutti i dati. In un certo senso, converte essenzialmente qualsiasi SSD in un’unità auto-criptata.
Potenzialmente il T2 può essere utilizzato per tutti gli scopi che hanno causato tanta scetticismo per il Trusted Computing e il TPM. Eppure, i vantaggi in termini di sicurezza sono convincenti, e per molti versi il mondo sembra aver fatto pace con il DRM, che nei servizi di streaming dei media è onnipresente, ma ben nascosto tanto che nessuno si è mai lamentato.
Il T2 è l’innovazione utile, e non è soggetta agli stessi problemi di compatibilità che l’industria dei PC deve affrontare, per questo dispiace doverne fare a meno per poter utilizzare un SSD esterno come disco di avvio.
Scheda grafica
Il Mac mini metà 2011 rimane l’ultimo a consentire in fase di configurazione di optare per una GPU discreta. Infatti, Apple anche per i nuovi mini 2018 ha deciso di offrire solo schede grafiche integrate, in questo caso la Intel 630.
Questo significa che il Mac mini 2018 non è in grado di soddisfare le esigenze di produttività di fotografi, registi e progettisti 3D, dal momento che nelle operazioni di pan e zoom, ad esempio, la scheda grafica sottrarrà preziosa RAM al sistema rallentando il lavoro, e in questo caso a poco servirebbe aggiungere 32GB di RAM per via dei limiti della GPU integrata rispetto ad una discreta.
Naturalmente, questo non rappresenta un limite per i fotografi, registi e progettisti amatoriali, e comunque il Mac mini può essere il computer ideale per i professionisti di questi settori che occasionalmente devono portarsi il lavoro a casa.
In realtà, il Mac mini potrebbe diventare anche un computer adatto alle esigenze di produttività di fotografi, registi e progettisti 3D, è “sufficiente” collegare ad una delle porte Thunderbolt 3/USB-C una eGEPU, ma visto il costo bisogna valutare attentamente se non conviene acquistare un iMac.
Connettività
Nonostante le controverse “sparizioni” in altri dispositivi della mela di porte di uso comune, Apple qui ne ha messe tante: due porte USB-A, quattro porte USB-C, un jack cuffie, una porta Ethernet e una porta HDMI, che non c’è in alcun altro prodotto Apple recente e farà la felicità degli utenti che desiderano utilizzare la TV di casa come monitor. Inoltre, in fase d’ordine è possibile optare per una porta 10 Gigabit Ethernet (Ethernet NBASE-T con supporto per Ethernet a 1 Gbps, 2,5 Gbps, 5 Gbps e 10 Gbps con connettore RJ‑45), che costa €120, confermando così la vocazione server del Mac mini.
Benchmark
I test sintetici di Geekbench confermano il salto di qualità in termini di prestazioni dei nuovi Mac mini rispetto ai modelli precedenti sia nel benchmark singolo-core, sia in quello multi-core.
Messi da parte i test sintetici che danno una idea generale delle prestazioni, ma vanno tenuti in considerazione fino ad un certo punto, i due Mac mini 2018 sono stati sottoposti ad una sequenza di prove “del mondo reale”, una serie di operazioni che abitualmente vengono effettuate sia da utenti consumer, sia da quelli professionali.
SSD
Dai test è emerso che l’SSD utilizzato sul Mac mini 6-core è più veloce del 21% rispetto a quello in dotazione con il quad-core, differenza confermata anche dal test sintetico di Blackmagic. Quest’ultimo monta una unità flash Toshiba, mentre non è stato possibile risalire al costruttore dell’SSD del top di gamma, forse è Samsung. Non è la prima volta che Apple decide di utilizzare SSD di due diversi produttori per la configurazione entry level e per quella top di gamma dello stesso modello di Mac.
Il Fusion Drive con SSD da 128GB dell’iMac 2014 conferma la validità di questo sistema di archiviazione, ahimè non più disponibile sui nuovi mini: l’SSD del Mac mini 2018 entry level è più veloce soltanto del 5,7%. Stesso discorso per il Fusion Drive con SSD 256GB dell’iMac 27” del 2007, che eguaglia le prestazioni dell’unità flash del Mac mini top di gamma. Un’altra conferma, questa volta negativa, arriva dal Fusion Drive dell’iMac 21” del 2017 che ha un SSD di appena 27GB più lento mediamente del 51% (per approfondimenti: SPIDER-LABS: iMac metà 2017, i benchmark del Fusion Drive 1TB e 2TB).
Per quanto riguarda il Mac mini con SSD esterno, le prestazioni sono solo indicative perchè naturalmente variano a seconda dal tipo di SSD utilizzato. Per il test è stato adoperato un SSD Crucial MX300. In ogni caso, considerata l’enorme differenza di costi tra le memorie flash Apple e la soluzione esterna, quest’ultima rimane una valida opzione in caso si dovesse avere bisogno di più spazio d’archiviazione.
Processore
Per i processori, Apple ha preferito quelli a più basso wattàggio da 65W della serie Coffee Lake, chiaramente per un discorso di raffreddamento della macchina. Il chip Core i5 sei-core del Mac mini top di gamma è risultato mediamente più veloce del 21% rispetto al Core i3 quad-core dell’entry level.
Chi ha un Mac mini del 2014 o precedente, ed ha bisogno di maggiore potenza di calcolo, può tranquillamente acquistare il nuovo modello, infatti il mini entry level è più veloce del 48%, mentre il top di gamma addirittura del 79%.
Ancora una volta, l’utilizzo di un disco esterno SSD Thunderbolt 3/USB-C non ha alcun effetto negativo sulla capacità di calcolo.
Scheda grafica
La GPU è chiaramente il punto debole dei nuovi Mac mini, e non ha aiutato la scelta di Apple di evitare di utilizzare la cache integrata eDRAM, che Intel adopera per dare maggiore potenza alle sue schede integrate.
Fatta questa premessa, il comparto grafico dei Mac mini 2018 è più veloce del 28% rispetto alle GPU adoperate sul precedente modello, mentre l’iMac 21” 4K con scheda grafica discreta AMD Radeon Pro 555 è più veloce del 64% circa rispetto alla Intel UHD Graphics 630 dei nuovi mini.
Finder: il test è costituito da tre prove. La prima consiste nella duplicazione di 2GB di file, il secondo prevede la compressione (ZIP) di una cartella con 6GB di documenti, e l’ultima prova la decompressione (unZIP) dell’archivio della cartella di 6GB. I test di duplicazione e di decompressione permettono di valutare la velocità della memoria interna del sistema. Naturalmente, i Mac dotati di memoria flash, sono molto più prestanti rispetto a quelli con hard disk tradizionali. La compressione di una cartella sforza più la CPU rispetto alla velocità del disco.
Foto: che sostituisce il test di iPhoto, comporta l’importazione di 500 foto in formato JPEG. Questa prova mette sotto stress la velocità del disco e quella del processore.
Lightroom: il test di Lightroom, che sostituisce quello che veniva effettuato con Aperture, prevede l’importazione 200 foto RAW, che poi vengono processate. La prova serve per verificare la velocità dell disco rigido e quella del processore.
Photoshop Creative Cloud: il test consiste nell’eseguire una serie di script e azioni con varie fotografie che in totale pesano 100 MB. La velocità dei processori, della RAM, e dell’hard disk entrano in gioco in questo test.
iMovie: per il test è stato utilizzato un filmato registrato in Time Lapse con iPhone 8 Plus, a cui è stato applicato la funzionalità Migliora di iMovie, e poi esportato il progetto come filmato QuickTime 720p.
iTunes: è stata convertita una playlist di 14 brani in formato AAC/iTunes Plus in MP3 alta qualità (160 kbps). Anche in questo caso il test mette alla prova la capacità del processore e la velocità d’accesso al disco.
HandBrake: il test prevede la codifica di un video da formato standard a quello specifico per iPad utilizzando le impostazioni di default dell’applicazione. HandBrake è una delle poche applicazioni che sfrutta appieno tutti i vari core del processore.
Cinebench R15: il test permette di isolare la CPU del Mac. Come HandBrake e MathematicaMark, il test Cinebench CPU può sfruttare appieno tutti i thread del processore del Mac.
Mathematica Mark: come Handbrake e il test della CPU di Cinebench, MathematicaMark sfrutta tutti i core del processore disponibili.
Heaven e Valley: sostituisce il test che veniva effettuato con un gioco specifico di riferimento. Inizialmente, è stato utilizzato Doom, il cui motore grafico veniva adoperato anche per altri videogame. Divenuto obsoleto Doom, è stato utilizzato Portal 2. Tuttavia, con la rapida evoluzione dei giochi, per avere un unico e costante riferimento nel tempo, la scelta è ricaduta su quest’altro tipo di test, che consiste in varie prove eseguite con differenti risoluzioni. I test servono per misurare quanto una scheda grafica sia in grado di gestire i moderni videogame 3D. La potenza della CPU ha solo un ruolo marginale in termini di prestazioni in questo caso, perché i test sono stati studiati per mettere sotto stress la velocità della GPU. I punteggi di questi test sono espressi in frame rate (in fotogrammi al secondo).
Considerazioni finali
Secondo una leggenda di internet, il Mac mini è stato imposto dagli azionisti Apple che volevano un computer “economico” in modo da attirare gli utenti Windows, ma Steve Jobs ha sempre mal sopportato questa “imposizione” (il che spiegherebbe gli aggiornamenti con cadenza bisestile). Il motivo dell’ostilità di Jobs verso il mini è facilmente intuibile: per quanto il suo design sia all’altezza della fama degli altri computer di Cupertino, è letteralmente un pugno nell’occhio vederlo su una scrivania insieme ad un monitor DELL, altoparlanti, tastiera e mouse Logitech, ad esempio. Il iMac è il computer come dovrebbe essere per Steve Jobs, Apple e tutti gli utenti un po’ dandy (io sono tra questi).
Fatta questa premessa, e come anticipato, il Mac mini 2018 va a riempire efficacemente una serie di nicchie di mercato grazie alle sue ridotte dimensioni, al processore d’ultima generazione Intel, gli 8GB di RAM, e l’unità flash di avvio, tutte cose che lo rendono nettamente più veloce rispetto al mini del 2012, anche al modello con Fusion Drive.
Quale modello acquistare e che tipo di upgrade scegliere in fase d’ordine o in un secondo momento dipende da cosa si sta progettando di fare con il Mac mini. Il modello base è certamente in grado di funzionare come server casalingo, per lo sviluppo di applicazioni (Candy Crush, Shopify, Day One sono solo un esempio dei giochi e delle app nate su Mac mini), ed ha anche la potenza sufficiente per soddisfare le esigenze in ambito musicale. Considerato il prezzo di € 919, e avendo già monitor, tastiera e mouse, è sicuramente una scelta migliore per rapporto qualità/prezzo rispetto all’iMac 21” entry level con processore Core i5 dual-core e scheda grafica integrata Intel che costa € 1.349.
Il top di gamma potrebbe essere anche una alternativa alla filosofia modulare del futuro Mac Pro, almeno per chi non ha bisogno di tutta la potenza dei processori Xeon, ed è disposto ad acquistare costose periferiche esterne come una eGPU. Anche in questo caso, avendo già monitor, tastiera e mouse, considerato che costa € 80 in meno rispetto all’iMac entry level, è l’ideale come primo Mac per chi ha deciso di mettere su eBay il proprio PC-Windows.
Mac mini Core i5 6-core a 3,0GHz Punteggio (da 1 a 5): Pro: processore e prestazioni di classe desktop; SSD molto veloce; molteplici possibilità d’uso in ambiti professionali; sistema di raffreddamento; RAM facilmente aggiornabile dall’utente. Contro: manca l’opzione per la GPU discreta, utilizzando un disco di avvio esterno bisogna rinunciare alla sicurezza del T2; upgrade SSD antieconomico; SSD saldato sulla scheda madre; è un po’ caro; nei carichi di lavoro pesanti il case diventa caldissimo.
Prezzo: € 1.269, disponibile su Apple Store, spedizione inclusa.
Produttore: Apple.
Mac mini Core i3 quad-core a 3,6GHz Punteggio (da 1 a 5): Pro: SSD; processore veloce; molteplici possibilità d’uso in ambiti professionale; sistema di raffreddamento; RAM facilmente aggiornabile dall’utente. Contro: manca l’opzione per la GPU discreta, utilizzando un disco di avvio esterno bisogna rinunciare alla sicurezza del T2; upgrade SSD antieconomico; SSD saldato sulla scheda madre; è un po’ caro; nei carichi di lavoro pesanti il case diventa caldissimo.
Prezzo: € 919, disponibile su Apple Store, spedizione inclusa.
Produttore: Apple.
32 Commento
Monumentale recensione, ricca per altro di spunti interessanti, soprattuo quello dell’SSD d’avvio esetrno.
E se utilizzi un Samsung SSD X5, 2800MB/s in lettura e 2300MB/s in scrittura, il divario con l’SSD interno si riduce nettamente.
Si, ma a che prezzi… quello da 500GB costa €365.
Peccato per la scheda grafica
Secondo me una opzione dual core dovevano metterla, il prezzo di partenza a € 900 è troppo alto, soprattutto se si considerano che 128GB sono appena sufficiente su un iPhone, figuraiamoci su un computer desktop.
Questa recensione per qualità mi ha ricordato quele del compiato MacWorld america e del suo Lab, che è stato smantellato diversi anni fa a causa di una sciagurata riorganizzazione editoriale.
Complimenti alla redazione di Spider-Mac.
Concordo e mi unisco ai complimenti.
Non capisco l’utilià di farlo così piccolo. Era meglio più grande, con una GPU discreta e magari il Fusion Drive, tanto è un computer desktop, se occupava 25 cm in più non cambiava certo l’esperienza utente.
Non avrebbe avuto molto senso fare un iMac senza schermo.
Stefano per chi ha un Mini 2012 quad core top di gamma e 16 Gb di RAM quale configurazione secondo te migliorerebbe le performance ? Io ho un uso prettamente d’ufficio con utilizzo di Parallels per far girare un programma gestionale su Windows e poi classico uso Mac con programmi Office iWork mail internet. Nulla che abbia a che vedere con la grafica insomma. Grazie mille.
L’unico upgrade possibile per il tuo Mac mini, visto che hai già il massimo di RAM, è installare un SSD (tutorial fotografico link) come questo: click qui.
Però, prima di procedere leggi questo articolo Aggiornare il Mac: aggiungere più RAM o installare un SSD? perchè se ti serve più potenza di calcolo, allora l’unica soluzione è compare il nuovo Mac mini ?
Grazie Stefano in realtà ho già installato anche un ssd interno della Crucial da 500 il modello MX. Mentre la MV e la libreria foto li ho su un SSD esterno T5 della Samsung che gira a 500MBs. Ti chiedevo invece se volessi prendere il modello Mini 2018 con quale configurazione potevo avere un aumento di performance. Grazie ?
Ah scusa, non avevo capito che ti riferivi al nuovo Mac mini. Considerato che usi Windows con Parallels per motivi professionali, meglio il top di gamma con Core i5 sei-core. ?
Ok Stefano quindi anche meglio prendere i7 o magari sarebbe sovradimensionato. A questo punto i5 con 16 GB RAM. Grazie ?
L’i5 sei-core va benissimo, e non dovresti avere difficoltà con 8GB di RAM, al lime se le tue esigenze cambiano puoi sempre aggiungerla seguendo il tutorial di iFixIT.
Ok Stefano grazie prendo per buono il tuo consiglio e lascio la configurazione base i5 anche se un po’ di dubbio sulla RAM mi rimane non essendo pratico di fai da te.
Una rece molto completa. Grazie.
In questi giorni ho letto davvero tante recensioni su questo ( a mio avviso) gioiello di Apple, ma questa è quella che mi è piaciuta di più. Come sempre bravo Stefano!
Luca
?
ciao a tutti, faccio alcune considerazioni in merito al Mac mini.
per me il Mac mini è semplicemente geniale in tutto e per tutto: è bello il design, è bella l’idea…insomma, se dovessi prendere un mac per casa lo prenderei mini senza ombra di dubbio.
la configurazione.
l’SSD credo sia un problema relativo in quanto il computer rimane prevalentemente sempre nello stesso posto, quindi grazie alle sue (benedette) tante porte di espansione si può optare per mille tipi di hd esterni di vari prezzi e varie capacità, senza dimenticare che se uno ha già una base airport, può collegare alla base l’hard disk e non averlo vicino al mac.
bisogna tener conto di cosa si utilizza di solito sul mac e quali programmi risiedono costantemente sul disco.
l’unica cosa che davvero prenderei in considerazione è il processore, tenendo anche conto che la ram è sostituibile e nel tempo i prezzi sono destinati inevitabilmente a scendere.
teniamo conto che se si acquista (non necessariamente al momento dell’acquisto) la tastiera dell’imac pro che è pure senza fili si fa una gran bella macchina.
la presa hdmi ci permetterebbe di collegare il mac a qualsiasi monitor/televisore con quesa presa e per il tipo di qualità del video c’è solo l’imbarazzo della scelta.
ecco, io da utente medio proprio un mini me lo farei, senza ombra di dubbio e senza se e senza ma…
Luca
Anch’io ero interessato al Mac mini, ma alla fine ho optato per l’iMac 21″ 4K perchè avrei dovuto acquistare anche tastiera e mouse neri Apple, circa €200, a quel punto per poco di più con l’iMac ho avuto anche un monitor 4K
vero se ti manca (come dici giustamente tu) il monitor.
rimane un grandissimo mac a mio avviso, e tutte quelle porte la dietro di vario tipo per me sono solo un valore aggiunto (infatto ho preso un macbook air del 2017, per intenderci l’ultimo col magsafe anche per questo motivo:grandissimo mac anche quello)
Il “problema” è il monitor 4K, se bisogna comprarlo, convine l’iMac, e se si ha una TV 4K, è scomodo se in casa ci sono due o più persone. Concordo con chi ha detto che serviva un Mac mini dual-core intorno ai €500.
la migliore recensione che ho visto fin ora, sono poche le volte che commento su questo blog, soprattutto perchè preferisco il sistema Disqus, apparte questo è un blog che seguo volentieri e che preferirei vederlo con piu contenuti, ma la passione del mio omonimo è fenomenale, ottima descrizione.
Volevo chiedere un parere a chi ha le idee più chiare. A chi e per quali usi può interessare prendere la porta opzionale 10 Gigabit Ethernet (Ethernet NBASE-T con supporto per Ethernet a 1 Gbps, 2,5 Gbps, 5 Gbps e 10 Gbps)?
Grazie! 🙂
Può tornare utile per collegare alla massima velocità il Mac mini usato come server ad un altro Mac, ad esempio.
Leggo solo ora la tua prova. Ne apprezzo il grande livello, degno di una stampa specializzata che purtroppo non esiste più, tuttavia non posso fare a meno di segnalare una piccola inesattezza: scrivi che i processori sono di classe desktop ma non è così. I processori montati sul Mac mini sono contrassegnati dalla lettera “B”, questa lettera designa le cpu di classe mobile.
Hai tecnicamente ragione, ma è anche vero che le serie 8100B, 8500B, 8700B sono molto simili alle serie 8100, 8500, 8700, fatta eccezione per il packaging (BGA saldato alla scheda madre).
Credo che l’unica differenza di rilievo sia il fatto che lo stesso identico processore di classe desktop sia il supporto sino a 128GB RAM invece che a 64GB RAM. Per il resto a parte qualche dettaglio sono del tutto identici.
I processori non sono di tipo “mobile”, ma di pura classe desktop. La lettera “B” denota soltanto il tipo di socket adottato: nel caso dei processori del Mac mini 2018 sono saldati su scheda logica (BGA) e non sono upgradable, mentre i processori classici (senza lettera B) sono i medesimi in tutto e per tutto fuorché per il socket (1151).
Odio dover fare “Mister Precisetti”, perdipiù a distanza di mesi, ma secondo il sito https://tinyurl.com/yy47ganc le CPU di classe B sono ascrivili al segmento “mobile”.
Complimenti per l’articolo, davvero il migliore.
Essendo a digiuno di Mac e volendo usare Mac esclusivamente per musica con LOGIC PRO X, volevo sapere se un mini mac 2018 con i5 e 16 gb ram puoò essere sufficiente per iniziare.
Grazie